In questa unità parleremo delle caratteristiche dello smart worker. Quali sono le funzioni più predisposte? Tutti i lavori d'ufficio. Fondamentalmente, si è visto anche con l'emergenza COVID-19, i lavoratori che non potevano lavorare a distanza erano solo quelli addetti alla produzione industriale. Ci sono delle sperimentazioni Industry 4.0 per cercare di remotizzare alcune delle attività, ma effettivamente non ci sono ancora delle linea guide trasversali applicabili a tutte le funzioni produttive. Pertanto, per chi lavora in ufficio, quali possono essere le competenze principali dello smart worker? Innanzitutto la capacità di mantenere la focalizzazione, avere organizzazione personale nel gestire quelle che sono le attività e l'eventuale rischio di connessione eccessiva, cioè fuori dall'orario di lavoro, molti smartworker hanno una distribuzione del tempo maggiore rispetto a quello che è l'orario canonico lavorativo e questo non è richiesto tendenzialmente dalla legislazione dell'ordinamento dello smart working. Quindi la capacità di utilizzare gli strumenti, avere un'agenda lavorativa e personale che sia seguita con una certa disciplina in maniera tale da espletare tutte le varie attività e funzioni che ci si è messi a programma, avendo una responsabilità, un senso di responsabilità del risultato, una proattività nella soluzione ai problemi in autonomia e quindi una collaborazione anche con gli altri membri della squadra e del team, padroneggiando quelli che sono i canali comunicativi di tipo tecnologico e anche le competenze digitali della propria attività. Qual è il modello manageriale ottimale? Il management quindi va a definire cosa deve essere fatto e deve avere la capacità di motivare e fare identificare lo staff con quella che è la mission del progetto, deve saper ascoltare, saper domandare le necessità ai propri collaboratori, deve avere capacità interpersonali, deve spingere e spronare alla co-creazione per coinvolgere i membri del team nella soluzione di problemi rispetto a quelle che sono le attività da svolgere e quindi valorizzando anche la creatività e il talento dei propri collaboratori utilizzando la tecnologia al meglio in maniera efficace ed essendo coerenti tra quello che viene indicato nelle linee guida e quello che viene agito. Fondamentalmente, lo smart worker ha quindi una serie di libertà e di vincoli da rispettare. Quali sono i vincoli? I vincoli sono ovviamente vincoli di risultato, vincoli di contesto che vanno eseguiti con una analisi di autogestione, di autorganizzazione, avendo delle deleghe responsabilizzanti e quindi interfacciandosi con il proprio responsabile per un allineamento rispetto agli obiettivi da raggiungere. Quali sono le libertà? La modalità di lavoro, quindi il come deve essere fatta un'attività che può essere quindi migliorata, attualizzata, semplificata rispetto a quello che è il "si è sempre fatto così", modernizzata pertanto, in funzione anche alla possibilità di portarla in un lavoro a distanza e non in presenza negli uffici e quali sono pertanto, rispetto a tutto questo, le raccomandazioni a uno smart worker per la sua efficacia operativa: avere chiari quali sono gli obiettivi di periodo, avere chiari quali sono i risultati attesi, e quali sono gli indicatori rispetto ai quali verrà valutata la sua attività, indicatori che possono essere quali e quantitativi e di cui lui stesso potrà tenere traccia in maniera autonoma o tramite anche dei supporti tecnologici, come i file condivisi, le videocall con i propri referenti o con il team a distanza. È importante, pertanto, una comunicazione tra il team che sia efficace, che sia improntata anche sulla capacità di dare dei feedback, che siano feedback magari di tipo correttivo per migliorare le proprie attività, ma anche di tipo propositivo, positivo rispetto a ciò che funziona, ciò che sta andando bene. È importante come dicevo pianificare bene le proprie attività quotidiane, sperimentare quelle che possono essere delle migliorie e per fare questo molto utili sono delle liste di cose da fare, basate su quella che è l'urgenza e l'importanza delle scadenze e delle attività. E questa urgenza e importanza va, ovviamente, allineata con il proprio responsabile. Una delle cose migliori da fare è tenere traccia di ciò che sta funzionando nella propria attività quotidiana e ciò che invece può essere migliorato. Ecco perché identificare quelle abitudini che supportano o ostacolano la produttività è sempre importante, proprio per dare quei giusti accorgimenti nel migliorare il nostro quotidiano. Quindi, quali sono le abitudini che meglio supportano la mia produttività e di che cosa ho bisogno per poterle ripetere nel tempo, ricreare nel tempo se necessario? E invece quali sono le abitudini che non sono produttive, che vanno gestite? Pertanto, di che tipo di supporto posso avere bisogno dal mio capo, dal mio team, oppure, dai miei famigliari, se necessario, per poter mantenere l'approccio della concentrazione, per poter mantenere la migliore produttività? Qual è l'evoluzione, a questo punto, nel tempo dell'approccio dello smart worker? Allora, nel momento in cui il progetto di smart working parte, noi abbiamo dei dipendenti a tempo. Dei dipendenti che normalmente sono abituati a lavorare tra le 8 e le 17, oppure tra le 9 e le 18, oppure part time. Nel momento in cui si inserisce lo smart working, noi abbiamo dei professionisti a risultato, che sanno cosa devono fare e quali risultati devono apportare. Nel momento in cui lo smart working viene metabolizzato, a questo punto noi abbiamo dei professionisti del valore aggiunto, dei professionisti che sanno che il loro lavoro ha un valore nel quotidiano, un valore che corrisponde alla qualità dei servizi che vengono offerti ed è per questo che incentrandosi sul continuo miglioramento dei risultati, si basano su processi innovativi, quindi co-creano delle innovazioni e si pongono in un'attenzione a quello che è il cambiamento, un cambiamento di evoluzione orientato alla crescita personale, all'efficacia e alla qualità delle attività svolte, il tutto per un miglioramento dell'organizzazione in generale.