[SUONO] [MUSICA]
[MUSICA] Salve a tutti e bentornati.
Se vogliamo ricostruire lo sviluppo dell'insediamento sul sito di Roma,
in epoche così antiche come il secondo millennio a.C., l'unico strumento che
abbiamo è la documentazione archeologica, perché le fonti letterarie
non ci conservano memorie storicamente affidabili per queste epoche così antiche.
Grazie alla documentazione archeologica,
sappiamo che l'insediamento sul sito di Roma gradualmente si espanse
dalla cima sud qui del Campidoglio, piano piano
nella valle sottostante del Foro fino al Palatino e piano piano ancora,
mano mano che ci avviciniamo al secolo IX a.C., a tutta l'area dell'insediamento.
Nell'età del bronzo,
dopo la metà del secondo millennio a.C.,
il quadro archeologico è questo: i rinvenimenti
sul Palatino sono ancora pochi, sono frammenti fuori contesto o
in contesto da strati scavati in questo punto con queste ciotole
o grandi vasi e vicino a questi strati c'era una tomba.
Con l'età del ferro la documentazione cresce,
cambia anche la struttura dell'insediamento sul sito di Roma.
Ci avviciniamo alla fase che gli archeologi chiamano protourbana
e dobbiamo immaginare tra la fine del X e gli inizi del IX secolo a.C.
due comunità insediate stabilmente sulle alture presso il Tevere.
Una comunità che si chiama Septimontium che occupa le alture chiamate montes,
qui in rosso nella pianta, e una comunità della quale non conosciamo il nome
che occupa le alture chiamate colles.
Entrambe le comunità sono circondate da un'area da loro
controllata dove si articolano i distretti rurali detti pagi.
La maggior parte dei dati archeologici per questa fase
si concentra sul Palatino o nell'area tra la valle del futuro Foro e il Palatino.
Fino a pochi anni fa pensavamo che l'insediamento di questa fase fosse
limitato alla cima del monte dove sono stati rinvenuti, a parte altri materiali,
questa tomba e questa grande capanna, una capanna ovale con l'ingresso
da questa parte il tetto supportato da pali con tombe intorno,
la separazione tra zone dei morti e abitato dei vivi non c'è ancora,
arriverà nella fase ulteriore e forse il frammento di una seconda capanna
in questo punto e un silos, una fossa per granaglie per conservare alimenti.
Gli scavi ultimamente invece hanno trovato
resti dell'abitato anche sulla pendice bassa del monte dove sono state trovate
tombe come questa tomba di un bambino inserito all'interno di due vasi,
associate a resti dell'abitato,
come questi piani di attività di vita con un focolare da un lato,
un focolare dall'altro oppure resti più solidi come questi muri in argilla.
All'interno dei muri venivano infilati dei pali di legno per
supportare l'elevato delle pareti.
E così possiamo riconoscere forse un recinto che racchiude
un'area all'interno della quale c'è una capanna che possiamo immaginare più o
meno di forma simile con l'ingresso da questo lato segnato da pali di ingresso.
Nel secondo quarto del
secolo IX i due abitati diventano uno solo,
il più grande abitato del Lazio che si chiamerà ancora Septimontium.
L'abitato unificato più grande prende il nome del piccolo abitato dei montes.
Il Palatino è ancora al limite dell'abitato e occupa
una parte dei 27 rioni nei quali l'abitato viene suddiviso.
La distribuzione dei luoghi abitati non cambia,
la documentazione si concentra nelle stesse zone dove
continuiamo a trovare tombe, ma di bambini soltanto come questa qui,
perché le necropoli ormai sono state spostate ai limiti dell'abitato,
oppure capanne vere e proprie.
Nella parte più alta sulla stessa pendice
ai bordi del costone in tufo sono stati rinvenuti alcuni resti,
qui per esempio una fossa che ha questa forma,
forse la parete di una capanna con fosse all'interno e pali piantati all'esterno, e
una seconda struttura qui di cui rimaneva la fossa per la fondazione del muro con
i fori per i pali di legno che dovevano essere inseriti per supportare l'elevato.
Questo è l'interno di una struttura, all'esterno della capanna c'era un forno.
Qui lo vedete al momento dello scavo, un forno per cuocere vasi,
come si può vedere qui in ricostruzione.
Grazie a queste scoperte possiamo ricostruire il
primo tratto di un paesaggio antico su questo monte.
Ai margini del fossato valle che separava il Palatino dalla Velia,
dopo una zona di pendice argillosa non occupata da struttura,
forse per coltivazioni e allevamento, si installa un piccolo
quartiere composto da due capanne, una piccola rettangolare e una più grande,
sempre rettangolare, ma forse articolata in almeno due ambienti.
Così doveva più o meno apparire il tessuto
di questo insediamento protourbano, di questo grande insediamento Septimontium,
con gruppi di casette intervallate da spazi vuoti.
Questo mondo sta per scomparire, perché presto verrà sostituito da una
realtà nuova, la città di Roma.
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