[SUONO] Buongiorno e benvenuti all'Accademia d'Egitto. Siamo in un luogo straordinario, a Villa Borghese, e l'Accademia d'Egitto è un'istituzione unica nel suo genere. Venne istituita negli anni '30, per cercare di dare l'opportunità ad artisti egiziani di formarsi in Italia, ma poi è diventata qualcosa di molto più ampio, e dall'offerta culturale straordinaria, grazie sopratutto all'attuale direttrice, la professoressa Gihane Zaki. Quest'oggi noi ci dedicheremo alla mostra permanente di Tutankhamon, che è ospitata nei sotterranei di questo bell'edificio anni '60 la cui facciata, come vedete, è tutta coperta di geroglifici. Quindi, se avete la pazienza di seguirmi scenderemo nel mondo di Osiride in qualche modo e prenderemo in considerazione alcuni dei reperti più significativi della sepoltura di questo sovrano notissimo della diciottesima dinastia. Ad accoglierci, una delle due statue che raffiguravano il sovrano Tutankhamon, in particolar modo il suo Ka, cioè una delle manifestazioni della sua anima. Queste due sculture accoglievano, idealmente si fa per dire il defunto medesimo e tutelavano al tempo stesso la camera sepolcrale. All'interno della camera sepolcrale il corpo del nostro Tutankhamon era racchiuso in tre sarcofagi antropoidi, successivamente all'interno di una cassa lapidea, e poi in tre sacrari lignei, come questo, progressivamente naturalmente sempre più grandi. La scoperta della tomba di Tutankhamon, l'abbiamo già detto, ha rivoluzionato la nostra conoscenza degli usi e costumi funerari degli antichi egiziani, in quanto molti degli oggetti che vedremo quest'oggi erano, prima di questa sensazionale scoperta, soltanto noti dalle descrizioni e non era stato possibile fino a quel momento rinvenire esemplari concreti, per esempio di giacigli funerari così come di bauli che contenessero i resti corporei, i resti di organi interni del defunto e via dicendo. Bene, ci soffermeremo ora su alcuni dei pezzi più significativi del corredo della tomba di Tutankhamon e non potevamo non iniziare da questo che, probabilmente ad eccezione del sarcofago interno e della relativa maschera funeraria, è senza ombra di dubbio il più importante di tutti. Questo grande baule infatti, questo grande contenitore serviva a proteggere gli organi del sovrano, gli organi estratti dal corpo di Tutankhamon e come vedete è un gigantesco contenitore ligneo rivestito di lamina d'oro e sui quattro lati si trovano quattro dee, vedete qui la dea Selkis, la cui personificazione animale era uno scorpione; il suo compito era di difendere in effetti il defunto nell'aldilà, come nell'aldiquà, dai morsi di scorpione. Di là invece vediamo la dea Neftis, sorella di Iside, Osiride e Seth e poi ancora la stessa Iside evidentemente, ed infine la dea Neith che ha come copricapo, come simbolo, un telaio in quanto dea del cielo, e una delle tradizioni mitologiche ad essa connesse voleva che avesse intessuto le stelle direttamente nella volta celeste. All'interno del grande contenitore ligneo che abbiamo appena descritto protetto dalle quattro dee si trovava un altro contenitore, questa volta lapideo, in alabastro per la precisione, quindi un materiale molto pregiato che conteneva i cosidetti vasi canopi, o canopici, i quali servivano a dare rifugio in qualche modo agli organi che venivano estratti dal corpo dei sovrani, dei faraoni. Tutti tranne il cuore, che ricordo veniva mummificato e reinserito nelle spoglie, all'interno del corpo medesimo. Quando la salma di Tutankhamon è stata analizzata si è scoperto che dopo l'estrazione degli organi e dopo la salatura, perché rammenterete che il corpo veniva lavato e salato, era stato riempito di resine e di stoffa, così da restituirgli un aspetto credibile e naturale. Il contenitore in alabastro, che era racchiuso all'interno del sacrario ligneo era protetto come abbiamo detto da un Anubi, che vedremo di qui a poco. Quando Carter entrò nella sala del tesoro vide chiaramente i segni di una profanazione. Alle spalle di Anubi infatti, c'erano tutta una serie di materiali accatastati un po' alla rinfusa, segno di un passaggio rapido, però diciamo così di impatto, di una squadra di saccheggiatori. Vedremo adesso due dei sarcofagi antropoidi che raccoglievano le spoglie del faraone Tutankhamon. Questo è il più esterno, ricordo di nuovo che il corpo di Tutankhamon era protetto da tre sacrari, un sarcofago lapideo, e infine tre sarcofagi antropoidi realizzati in legno, ancora una volta e ricoperti di lamina d'oro. Questo è un sarcofago della tipologia rishi, cioè piumato, come si può vedere infatti, le grandi ali della dea Maat avvolgono il sovrano per proteggerlo; la dea Maat lo ricordiamo, è la dea dell'equilibrio, dell'ordine e della giustizia. Sul capo il sovrano ha i simboli delle dee Nekhbet e Uadjet, le Due Signore che ricorderete in una delle nostre prime lezioni, abbiamo detto rappresentare l'Alto e il Basso Egitto. Si noti che sulla parte esterna del sarcofago ci sono delle macchie di resina nera, questo perché ciascun sarcofago antropoide era coperto da un sudario, e questo era intriso di unguenti, di resine appunto, che avevano una funzione protettiva, ma che di fatto hanno in parte danneggiato i manufatti. Naturalmente il sovrano porta nelle mani, tiene nelle mani i simboli della regalità, così come simbolo della regalità è la barba posticcia che tutti i sarcofagi antropoidi mostrano. Ricordo che in realtà i sovrani, ma anche gli alti funzionari, erano completamente rasati e indossavano poi delle parrucche, dei copricapi molto complessi anche, e appunto una barba posticcia. [MUSICA] Ecco adesso siamo di fronte al sarcofago antropoide più interno, abbiamo visto quello più esterno, qui sotto una parte di quello intermedio, il sarcofago antropoide più interno era realizzato in metallo, in oro davvero, e con la tecnica del cloisonné, cioè dell'intarsio come vedete era decorato con pietre semipreziose: la turchese, il corallo e il preziosissimo lapislazzuli, che veniva importato dall'area caucasica. Di nuovo le Due Signore a decorare il Nemes, ricordo che quando Carter aprì questo sarcofago trovò la mummia di Tutankhamon piuttosto malmessa, sicuramente spostata all'interno del sarcofago medesimo, segno che durante il trasporto, durante i riti funerari, era stato un po' maltrattato in particolar modo i talloni, la parte quindi sottostante dei piedi del sovrano era consunta, probabilmente era stato in piedi prima di essere collocato là dove avrebbe dovuto definitivamente essere posizionato questo sarcofago. Inoltre, all'interno, la mummia del sovrano era profondamente annerita, questo perché alcune delle resine che erano state utilizzate avevano fatto reazione avevano in parte combusto appunto i resti corporei del sovrano. Rammento anche che sul sarcofago più interno è stato trovato un nuovo sudario, a sua volta coperto da alcuni fiori grazie ai quali è stato possibile capire che probabilmente il sovrano deve essere morto intorno a marzo. Quella è infatti l'epoca dell'infiorescenza di quelle specifiche specie arboree. Di Anubi abbiamo già parlato, ma abbiamo modo qui di vederlo in tutta la sua bellezza. Come vedete la scultura di questo dio sciacallo che precedeva i riti dell'imbalsamazione, della mummificazione, è montato su una sort of di portantina, segno che la sua funzione era quella di essere portato in processione. La cassa è decorata con dei simboli isiaci, il nodo di Iside nello specifico e il pilastro Djed, che rappresentava la colonna vertebrale di Osiride. Anubi si diceva appunto un dio sciacallo, aveva avuto un precursore Upuaut colui che apre la via, colui che apre la strada. Si tratta di divinità tutelari non soltanto del mondo funerario, ma anche di chi doveva intraprendere viaggi per esempio nel deserto; il deserto ha sempre rappresentato per gli egiziani un non luogo e dunque un posto di cui avere timore, di cui avere paura. Ebbene gli dei sciacallo servivano anche a proteggere i viandanti, e in fondo quello che sta compiendo Tutankhamon è il viaggio per eccellenza, il viaggio nell'aldilà. Nel cosidetto annesso della tomba di Tutankhamon sono stati trovati tre giacigli cerimoniali come quello che vedete con motivi teriomorfi, questo in particolar modo raffigura due protomi ibride, un po' ippopotamo e un po' leone, più un letto smontabile. È in questa stanza che sono stati trovati i maggiori segni di profanazione. Rammento che almeno due sono state le spedizioni che miravano a saccheggiare la sepoltura. Ciononostante quel che rimane Dà comunque l'idea della ricchezza di una sepoltura faraonica. Tra i ritrovamenti più importanti della tomba di Tutankhamon vi è senza ombra di dubbio questo splendido bauletto ligneo, con una decorazione pittorica, mostra il sovrano in quello che viene chiamato il motivo del faraone trionfante, ovvero Tutankhamon su un carro da guerra con dei cavalli rampanti. È un'immagine relativamente nuova, dal momento che il carro, così come il cavallo addomesticato e con funzione bellica, è ben noto, era stato introdotto in Egitto dagli Hyksos, quindi durante il secondo periodo intermedio. Di fronte ai cavalli rampanti, che incedono velocemente, c'è tutta una disordinata messe di nemici, che vengono ovviamente sconfitti dal sovrano. Il carro, dicevo, venne introdotto probabilmente all'epoca degli Hyksos, ed ebbe un certo periodo di evoluzione prima di arrivare alla forma tipica, che è proprio quella che possiamo vedere nella tomba di Tutankhamon. Quattro esemplari di carri sono stati rinvenuti, tutti smontati e accatastati, e tutti caratterizzati da un lungo timone, cioè il lungo bastone che collegava i cavalli, la coppia di cavalli alla cassa del carro vero e proprio, e delle ruote a sei raggi, molto leggere, e quindi probabilmente con una funzione più cerimoniale che non effettivamente militare. Abbiamo qui una serie delle armi che sono state rinvenute all'interno della tomba di Tutankhamon. In realtà quelli che vedete qui alla mia destra, più che armi sono dei bastoni cerimoniali. Ma se vi soffermate sui dettagli, noterete che l'impugnatura in realtà è costituita da dei nemici che si contorcono, e che idealmente, dunque, il sovrano teneva in pugno. Qui abbiamo invece degli archi e di archi ne sono stati rinvenuti moltissimi nella tomba di Tutankhamon benché questi non abbia mai veramente combattuto una guerra o una battaglia. A simboleggiare l'aggressività simbolica dei sovrani egiziani, di Tutankhamon in particolare, la dea Sekhmet, una dea terribile, dal volto di leonessa, che aveva anche la funzione di tutelare i confini egiziani, quindi in qualche modo, semplificando, si può dire che è anche una dea della guerra e della difesa, della "Maat", dell'equilibrio e della giustizia. Sempre rimanendo in ambito simbolico, all'interno della tomba di Tutankhamon sono stati trovati molti sandali. Un paio, qui esposto nell'Accademia d'Egitto, è realizzato in cuoio, e mostra dei nemici che vengono calpestati ritualmente, e quindi continuativamente, dal sovrano. Più i cosiddetti "nove archi", che rappresentavano tutti i nemici sconfitti dagli egiziani. Ci stiamo avvicinando alla fine del nostro percorso. Naturalmente abbiamo preso in considerazione soltanto alcuni oggetti tra quelli della sepoltura di Tutankhamon, i più emblematici. E questo decisamente è particolarmente interessante, non solo per la strana foggia, vedete che è un bauletto a forma di cartiglio, vale a dire quella cordicella che teneva normalmente sigillato, chiuso, il nome del sovrano, per evitare che potesse scappar via, ma soprattutto perché su questo coperchio è raffigurato il nome del dio Amon. Ricordo che Tutankhamon, ormai non vi è più alcun dubbio, era figlio di Akhenaton, il cosiddetto faraone eretico, e parte del suo corredo funerario, in effetti, mostra ancora l'effigie di questo dio solare. È chiaro, però, che il giovane Tutankhamon veniva guidato progressivamente verso un ritorno alla cosiddetta ortodossia, e quindi è molto significativo che sia raffigurato qui il dio Amon vivente. Riconoscerete forse la chiave della vita, che in questo caso funziona quasi come un aggettivo attributivo. Altro oggetto estremamente singolare è questa testa del giovane Tutankhamon che emerge da un fiore di loto, che a sua volta compare dall'acqua primordiale. Probabilmente è un riferimento a uno dei più noti miti cosmogonici, che voleva appunto la Terra emergere dal Nun, da questo oceano primordiale, e in questo caso il messaggio è evidentemente che il sovrano, il faraone, rappresenta l'inizio del mondo. Infine, l'ultimo oggetto, forse il più grazioso, è una tavola da gioco. Si chiama Senet, e benché non ne conosciamo le regole esatte, somiglia un po' a una dama, come potete vedere. Poggia su delle zampe feline, e normalmente l'anima del defunto, il Ba, non il Ka, che abbiamo visto all'inizio del nostro percorso, vale a dire l'anima rappresentata da un uccello a testa umana, giocava al Senet nel mentre che si svolgeva il tribunale di Osiride, cioè si decideva quale dovesse essere il destino del defunto. Bene, non potevamo non concludere questo nostro percorso tematico con la maschera, celeberrima, di Tutankhamon. La maschera era calzata dalla mummia, quindi all'interno dei tre sarcofagi antropoidi, all'interno del sarcofago lapideo, e infine all'interno dei tre sacrari lignei di cui abbiamo parlato. Vi prego di osservare che i lobi di Tutankhamon sono forati: lo sono quelli della maschera, e lo erano quelli della mummia, evidentemente. Tutankhamon era alto un metro e sessanta, il suo corpo, lo abbiamo detto, era in parte mal ridotto, combusto, a causa delle reazioni chimiche delle resine utilizzate per proteggerne le spoglie, e aveva, dietro alla vita, gli attacchi per delle code cerimoniali. Inoltre, indossava una serie di amuleti su tutto quanto il corpo, e unica particolarità, che forse potrebbe essere rappresentativa della fretta con cui venne mummificato: il taglio che era servito per eviscerare il corpo non era stato protetto da una placca aurea, come sempre invece accadeva normalmente nelle sepolture regali. Il capo era completamente rasato, coperto da una cuffietta, dietro un poggiatesta con il simbolo solare del dio Aton – e torniamo a quello che abbiamo detto poc'anzi – quindi siamo in un momento di passaggio, dalla cosiddetta fase eretica, solare, di Akhenaton, al ritorno all'ortodossia di Amon. E infine, appunto, la maschera funeraria copriva il volto di questo giovane sovrano. Giovane quanto? Lo abbiamo già detto in passato, dovette morire tra i diciotto e i vent'anni. Aveva una salute molto cagionevole e probabilmente, anche non fosse stato per l'incidente che subì, sarebbe morto in giovane età. È morto, ma in realtà la sua è una vita eterna davvero, perché grazie alla tomba quasi intatta di questo sovrano della diciottesima dinastia, siamo in grado di ricostruire buona parte della storia del Nuovo Regno della civiltà egiziana. Bene, ancora un'ultima immagine dopo la maschera aurea, prima di salutarci. Questo è il sarcofago lapideo, che abbiamo più volte menzionato nel corso di questa nostra passeggiata culturale, che raccoglieva i tre sarcofagi antropoidi. In realtà coperchio e cassa nell'originale sono di materiali leggermente diversi, segno ancora una volta che, probabilmente, il più celebre dei sovrani egiziani aveva avuto una sepoltura in parte con materiali riciclati.